Il Decreto Incentivi sembra disegnato per PMI e startup: una nuova legge delega vuole fare una revisione del sistema di incentivi alle imprese semplificandoli e rendendoli più efficienti ed efficaci. Cosa significa questo cambiamento? Era atteso? Queste le mie considerazioni da una intervista per Money.it
Decreto Incentivi: startup e PMI sembrano davvero essere le realtà che maggiormente potrebbero essere interessate e beneficiare di interventi in questo settore. Oggi quindi parliamo della cosiddetta Legge Delega, già approvata dal Consiglio del Ministri ora al vaglio del Parlamento. Il testo attualmente al vaglio non è stato reso pubblico, ma l’obiettivo della proposta ha come centro una revisione del sistema di incentivi alle imprese. I cardini su cui la norma è incentrata sono:
- semplificazione di norme e procedure
- efficientamento degli incentivi
- migliore definizione degli ambiti di intervento.
Di fatto quello che si prefigura è la creazione di un Codice Unico degli Incentivi. Questo testo in realtà ha una lunga storia, iniziata con il Governo Draghi che lo aveva approvato a maggio del 2022. Quindi il testo della legge, decaduta per fine legislatura, era stato ripreso e fatto proprio con alcune modifiche e integrazioni dal MIMIT (Ministero delle Imprese del Mady in Italy) sotto la guida di Adolfo Urso. Il testo è ora atterrato in Parlamento per una sua eventuale approvazione, cui seguirà, nel caso, la redazione dei necessari decreti attuativi.
DECRETO INCENTIVI PMI E STARTUP: LA SITUAZIONE
Il Decreto Incentivi nasce con l’intento primario di semplificare in termini di tempi e oneri per le istruttorie perché esiste anche per il legislatore la consapevolezza che la situazione attuale è una giungla. Questo da più punti di vista:
- Numero di incentivi presenti creati e posti sul mercato. In Italia esiste attualmente una moltitudine interventi purtroppo non organizzati con quella logica e strategia necessarie per rispondere ai bisogni concreti delle imprese in quel momento storico.
- Tipologia di incentivi. Esistono una innumerevole varietà di interventi possibili. Per citare solo i principali, esistono incentivi erogati:
- a mezzo bandi
- a sportello
- con modalità automatiche
- tramite il credito di imposta
- a fondo perduto
- con un contratto di sviluppo.
- Complessità procedurale. Esiste una oggettiva difficoltà e complessità in tutte le fasi del bando, sia nella fase iniziale di accesso che in quella successiva di rendicontazione dl bando stesso.
- Difficolta di ricerca degli incentivi. Le imprese spesso si sono trovate spaesate e senza riferimenti univoci. Esiste inoltre una forte parcellizzazione delle iniziative su scala territoriale e amministrativa, con incentivi europei, nazionali e regionali a volte contraddittori e in competizione. Da questo punto di vista occorre però segnalare che le cose si stanno muovendo. Da poco infatti è disponibile a chi è interessato il portale Incentivi.gov che ha il compito di accentrare tutti gli incentivi per PMI e startup semplificandone la ricerca.
Quello che quindi occorre è una revisione dell’intero sistema degli incentivi di termini di:
- semplificazione,
- coordinamento,
- revisione organica.
L’eccessiva parcellizzazione in termini di offerta e la mancanza di una analisi in termini di costi/benefici degli interventi (sia ex ante sia ex post) ha generato un ecosistema non sano che non è stato in grado di produrre la crescita attesa.
Un intervento strutturato e organico di razionalizzazione e chiarificazione è quindi necessario proprio perché estremamente atteso dalle imprese.
LA SOLUZIONE: LA RAZIONALIZZAZIONE DEGLI INCENTIVI
La razionalizzazione degli incentivi passa attraverso due strategie di intervento principali:
- ridurre il numero effettivo degli incentivi esistenti.
- evitare duplicazioni di norme ai vari livelli territoriali (regionale, italiano o europeo).
Per ottenere questo ambizioso obiettivo l’unica via è la creazione di un unico tavolo di regia, capace di mettere in campo un piano strategico ad hoc per il momento storico. Un tavolo di regia quindi capace di capire cosa le imprese abbisognano davvero.
Che poi non è molto:
- semplificazione normativa: troppo spesso nella nostra storia viene fatto ricorso allo strumento del Decreto Legge che necessita, per essere efficace e operativo, di decreti attuati ministeriali. Che però troppo spesso arrivano troppo tardi per essere veramente efficaci e creare reale cambiamento e innovazione.
- semplificazione procedurale: le procedure, sia di candidatura all’incentivo sia di rendicontazione sono troppo complesse. L’incentivo in questione spesso risponde a più obbiettivi contemporaneamente (investimenti, ricerca e sviluppo e formazione) per cui diventa molto impegnativo, se non impossibile, per la piccola impresa in fase di crescita, investire così tante risorse e impegno per la partecipazione.
In questo senso le imprese chiedono a gran voce procedure più snelle e obiettivi singoli, quindi per ad esempio, ricerca e sviluppo, oppure per investimenti. Oppure incentivi diretti alla formazione o per sviluppo tecnologico. In questa maniera diventa anche molto più immediato sfruttare strumenti più agili e facili tra quelli esistenti, come quelli automatici o a sportello.
LE IMPRESE NON SONO ESIGENTI: VOGLIONO COSE BASILARI
Le imprese hanno tutte sempre le stesse esigenza principali:
- semplificazione, che, almeno per me sulla sorta della mia esperienza, si traduce nell’avere il coraggio di cancellare norme inutili, piuttosto che -come spesso è accaduto nella storia- aggiungere correttivi a norme esistenti.
- organicità, che significa, letteralmente, non dover vagare tra siti, portali e sportelli, per ottenere una risposta univoca e chiara su cosa fare per ottenere cosa.
In tal senso esiste senza dubbio una certa bulimia di norme, che vengono emesse o emendate con più facilita di quanto vengono abrogate.
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DECRETO INCENTIVI PMI E STARTUP: I SETTORI DI INTERVENTO
Gli argomenti oggetto di questo decreto seguono in effetti il trend di sviluppo in termini di transizione digitale e/o ecologica che PMI e startup hanno come loro vocazione innata:
- ricerca e sviluppo;
- transizione energetica, ecologica e digitale;
- formazione;
- sostegno al “made in Italy”;
- attrazione di investimenti esteri;
- sviluppo di imprenditoria femminile e giovanile.
Nessuna impresa del nostro panorama attuale meglio delle startup innovative è in grado di raccogliere sfide di questo calibro in termini di trend di sviluppo e transizione innovativa.
Occorre quindi da parte dell’apparato legislativo una risposta immediata e chiara alle imprese, altrimenti non è possibile intercettare il loro trend di crescita e mantenerle di conseguenza legate al territorio produttivo del nostro Paese.
DECRETO INCENTIVI PMI E STARTUP: L’ ECOSISTEMA DELL’INNOVAZIONE
Cosa sia l’ecosistema dell’innovazione è cosa ormai chiara a chi si occupa di startup e PMI. Si tratta di qualcosa di codificato e definito dagli operatori, che lo identificano come un insieme di elementi (persone, imprese e aziende) che, con le loro idee, azioni e sinergie, producono innovazione sotto forma di imprese innovative.
In questa ottica, la revisione degli incentivi esistenti è molto importante, ma è evidentemente solo una delle componenti necessarie a far crescere l’innovazione. Ciò che servirebbe davvero è una riorganizzazione dell’intero ecosistema dell’innovazione, facendola discendere da una strategia e da una visione di respiro nazionale e non locale. Questa riorganizzazione andrebbe incardinata su questi elementi principali:
- riguardare la normativa esistente, in chiave di semplificazione e razionalizzazione;
- riguardare le procedure attuative, guardando alle esperienze estere e importando anche eventuali best practise;
- coordinare tutti gli operatori presenti, per evitare che esso diventi solo la somma delle iniziative disordinate dei singoli operatori, come abbiamo visto è avvenuto nel campo degli incentivi.
In Italia si è iniziato a parlare di queste tematiche ormai da una decina di anni. Questo significa che gli operatori sono sufficientemente maturi e strutturati da necessitare una guida unica e centralizzata, per evitare di vanificare gli sforzi.
In sintesi estrema quindi, si ritiene che gli stessi principi ordinatori messi in atto da questa proposta di legge (razionalizzazione, coordinamento e regia centrale) vadano applicati anche a tutto il resto dell’ecosistema dell’innovazione. In tal senso il fil rouge che potrebbe guidarci è la ricerca costante di nuove vie per avocare sempre più in alto e al centro la regia e guida, contro la parcellizzazione del sistema.
DECRETO INCENTIVI PMI E STARTUP: IL NODO DELLA COESIONE TERRITORIALE
Esiste di fondo un problema di bilanciamento nella distribuzione geografica e territoriale degli incentivi: laddove servono di più sono meno in grado di fare presa.
Senza dubbio ciò che in questo panorama può fare la differenza è la creazione di una cabina di regia efficace, capace di individuare per prima cosa e poi, di conseguenza, anche centrare i giusti obbiettivi, anche per il sud.
IL RUOLO DELLA AI NELLA FASE DI CONTROLLO
In questo senso, ciò che occorre implementare è il sistema dei controlli in termini di efficacia, sia ex ante sia ex post. Il tema della misurabilità della resa degli investimenti diventa il cardine attorno al quale il futuro tavolo di regia deve incentrare il proprio lavoro di scelta strategia degli investimenti.
Attualmente usiamo metodologie classiche di controllo, che inevitabilmente appesantiscono il lavoro, diminuendone l’efficacia. L’Intelligenza artificiale porterà inevitabili stravolgimenti che, se sapremo guidare improntandone i principi in senso etico, ci aiuteranno anche nella possibilità di controllo degli incentivi e della loro rendicontazione.
Se l’AI potrà supplire in maniera completa alle attività di controllo e governance non è dato sapere, ma sicuramente potrà colmare il gap esistente in termine di rendicontazione e efficientamento.
DECRETO INCENTIVI PMI E STARTUP: GLI SCENARI
Il Decreto Incentivi è sicuramente una grandissima opportunità per le imprese italiane e in particolare per le startup innovative. Il PNNR ha infatti stanziato notevoli fondi a disposizione delle imprese. In questo senso, le startup innovative sono quelle più strutturate e per loro stessa essenza chiamate a pensare e concretizzare prodotti innovativi.
In questo senso, essendoci finalmente le risorse disponibili, per rendere questo passaggio coordinato e strutturato occorrono:
- semplificazione delle norme, in termini di riduzione numerica delle stesse
- coordinamento degli interventi attraverso una cabina di regia centrale, capace di indirizzare gli interventi laddove geograficamente significativi
Se volessimo quindi sintetizzare, ciò che serve è una revisione organica del sistema degli incentivi.
Potete rivedere l’intervista completa sul canale di Money.it
L’immagine del presente articolo è di Remy Steinegger | Credit: swiss-image.ch – Copyright: World Economic Forum/swiss-image.ch