L’ecosistema cerca di reagire alla recessione in corso e sia a livello europeo con l’EIT, sia a scala nazionale con il Fondo Nazionale Innovazione, gli operatori pubblici stanno operando per sostenere rapidamente le startup innovative meritevoli in fase seed e pre-seed che stanno affrontando le sfide di Covid-19
Dopo ogni crisi l’innovazione gioca un ruolo fondamentale per la ripresa. Non c’è ripresa senza innovazione. E’ questo il mio forte credo. Ma, per fortuna, non solo mio.
LE PROPOSTE EUROPEE
In questi mesi l’Europa – tramite l’EIT (l’Istituto Europeo di Innovazione Tecnologica) ha messo a punto il programma Pandemic Response Projects, proprio come risposta all’impatto della pandemia, sbloccando lo scorso luglio 60 milioni di euro destinati a Startup e PMI.
Centinaia di innovatori hanno quindi la possibilità di ricevere un finanziamento, che permetterà di sostenere la ripresa delle attività colpite dalla crisi e lanciare nuovi progetti innovativi, facendo fronte alle sfide lasciate dal Coronavirus.
L’obiettivo è ricostruire velocemente l’economia e, quindi, accelerare la ripresa dell’Europa.
Il Governing Board dell’EIT assicura di terminare tutte le attività legate alla crisis response entro la fine del 2020, così che il sostegno arrivi in tempi rapidi. Sono stanziati oltre 8 milioni per progetti legati all’ambiente ed al clima, oltre 7 milioni per il digitale, oltre 10 milioni per il settore alimentare, altri 10 milioni per il settore sanitario, 8 per l’energia rinnovabile, oltre 9 per le materie prime, 4 milioni per il manifatturiero e oltre 3 milioni per la mobilità.
Una bella opportunità da cogliere, dunque.
I PROGRAMMI ITALIANI
Ma anche casa nostra non è da meno. Anche l’Italia sta mettendo a punto due programmi specifici per il dopo emergenza Covid-19.
Il Fondo Nazionale Innovazione finalmente ha acceso i motori. Con un miliardo di euro di dotazione entro la fine del 2020, provenienti in parte dal Ministero dello Sviluppo Economico ed in parte da Cassa Depositi e Prestiti, si prepara al decollo, con l’obiettivo di finanziare mille startup in tre anni, attraverso diversi programmi.
Tra questi ce ne sono in arrivo due nuovi e specifici per il dopo Covid-19: “AccelerOra”, che prevede 9 milioni per le startup nel portafoglio di acceleratori ed incubatori e “Seed per il Sud”, ovvero 6 milioni a sostegno dell’innovazione nell’Italia meridionale.
Enrico Resmini, amministratore delegato e direttore generale di CDP Venture Capital SGR così commenta i traguardi raggiunti: «Il risultato di AccelerORA! ci rende orgogliosi, non solo per essere riusciti ad aiutare realtà promettenti e meritevoli in una fase di difficoltà a seguito dell’emergenza Covid-19, ma anche per aver generato, grazie alla credibilità dell’investimento di un attore istituzionale, l’incremento della capacità di fund raising delle società. Questo risultato va nella direzione di rendere il Venture Capital un asse portante dello sviluppo economico e dell’innovazione del Paese, creando i presupposti per una crescita complessiva e sostenibile dell’intero ecosistema».
Numeri che raccontano ancora un divario con la Silicon Valley ed altre regioni tecnologicamente avanzate, ma che tuttavia ci dicono che abbiamo forza e gambe per recuperare terreno e per portare l’ecosistema dell’innovazione – costruito sin qui con fatica – fuori dalla crisi post pandemia, aiutandolo non soltanto a superare lo tzunami economico che stiamo vivendo ma anche a giocare un ruolo centrale nella ripresa economica dell’intera Europa.