“Un giorno si sarà in grado di costruire carri in grado di muoversi e di conservare il loro movimento senza essere spinti o tirati da alcun animale” – diceva Roger Bacon nel XIII secolo. E sembrava follia pura.
La storia dell’automobile come mezzo di trasporto è essa stessa una storia di innovazione. A dispetto di quanto si possa pensare, le prime forme di trasporto che non sfruttavano la forza animale come propulsione sono stati studiati e messi a punto già nel Rinascimento. In quel periodo si trattava di divertissement per ricchi e nobili Signori e le invenzioni non avevano la pretesa di essere anche funzionanti nella realtà.
La prima vera automobile, concepita nella sia forma essenziale analoga a quelle moderne risale al XVIII secolo, quando Watt realizza il primo motore a vapore efficace.
La prima macchina a vapore è stata quindi in realtà la prima automobile realizzata dall’uomo. Tutte gli altre tipi di alimentazione quali la benzina, l’elettricità, l’idrogeno, i biocarburanti sono arrivati solo molto più tardi.
I PROTOTIPI: LE CARROZZE A VAPORE
La prima testimonianza che si ha risale al 1672, quando un certo Padre Ferdinand Verbiest, un gesuita missionario in Cina, potrebbe aver inventato la prima macchina a vapore per l’imperatore cinese Chien Lung. Il prete ne parla nel suo libro Astronomia Europea: il prototipo però era lungo solo 60 cm, quindi a tutti gli effetti un modello in scala, non idoneo perciò al trasporto dei passeggeri o di un guidatore. Dalle testimonianze pervenute ai giorni d’oggi non è possibile dire se il modello sia stato poi effettivamente costruito.
La prima carrozza a vapore utilizzabile risale invece al 1769: consisteva in un motore a vapore a due cilindri in linea di 325 mm di alesaggio e 387 mm di corsa, per una cilindrata totale di circa 64.000cm³. Questo “mostro”, in grado di portare un carico di oltre 4 tonnellate, venne soprannominato “macchina azionata dal fuoco” e procedette lentamente solo per una dozzina di minuti, raggiungendo una punta di velocità inferiore ai 10 km/h. Si trattava della prima dimostrazione fornita al mondo di un veicolo “auto-mobile”, nel senso letterale del termine, ovvero che si muove da sé tramite una forza non animale.
LA NASCITA DELL’AUTOMOBILE MODERNA
Quella brevissima esibizione segnò l’inizio della storia della motorizzazione.
Da allora fu un susseguirsi di varie e decisive innovazioni nel settore, con la nascita di importanti aziende in tutto il mondo, che portarono l’automobile a diventare un mezzo di trasporto in grado di fare concorrenza alla carrozza.
In casa nostra, nel 1884, Enrico Bernardi realizzò un prototipo di veicolo a benzina, con tre ruote, azionato da un motore di piccola potenza.
La concorrenza tra i diversi sistemi di alimentazione era sempre maggiore e finiva per essere portata davanti al pubblico: fu così che nacquero le prime gare automobilistiche, tra le quali senz’altro la famosissima Parigi-Rouen.
IL XX SECOLO E LA PRODUZIONE INDUSTRIALE
Solo nel XX secolo l’automobile a benzina finì per diventare il modello più affermato.
E in Italia, proprio allora, iniziò la produzione industriale della FIAT a Torino e pian piano l’industria automobilistica diede avvio alla costruzione in grande serie di autoveicoli con l’utilizzo della cosiddetta catena di montaggio, incidendo fortemente sulla società di quel secolo.
Il 1936 fu l’anno di nascita di modelli come la Fiat Topolino e la Volkswagen Maggiolino.
Pensateci bene, erano belle e avveniristiche per quegli anni!
I NOSTRI GIORNI
Dopo la guerra, lo sviluppo industriale consentì innovazioni sempre più raffinate: gli pneumatici più performanti e il motore ad iniezione. Il boom economico favorì la grande diffusione dell’automobile come mezzo di spostamento. Piano piano quasi tutte le famiglie poterono acquistarne una.
Oggi la società è diversa, il quadro economico è completamente cambiato, ma l’auto resta pur sempre un bisogno essenziale per le nostre generazioni e, quindi, si adatta velocemente e costantemente ai tempi.
Diventa un prodotto sempre più ricco di accessori, legati alle nuove funzionalità, sempre più affidato alla tecnologia e sempre più orientato ai concetti di mobilità sostenibile e di energia rinnovabile, per assecondare anche le sfide ambientali di questo secolo.
Un radicale cambiamento di paradigma, dunque, che fa di “cambiamento” la parola chiave del settore.
GALLERIA FOTOGRAFICA
LE STARTUP E L’AUTOMOTIVE: UN AMORE IMMEDIATO
Ecco che in questo scenario irrompono le startup, ovvero le nuove imprese innovative che sviluppano beni e servizi ad alto valore tecnologico.
Sono loro le vere protagoniste di questo cambiamento, legato a doppio filo alla trasformazione innovativa.
È a loro che si affida tutta la filiera che, con 5.700 imprese, oggi vale 100 miliardi di euro, genera il 13% del fatturato dell’industria manifatturiera, il 5,9% del Pil e impegna oltre 1,2 milioni di lavoratori.
Le startup innovative sono infatti in grado di intercettare in modo veloce e smart i nuovi bisogni, di progettare idee disruptive e di mettere a punto le migliori tecnologie per il mondo dell’auto, sofisticate e altamente innovative.
È con loro che l’auto del futuro è già realtà! Ed è per questo che i più grandi attori del settore fanno a gara per accaparrarsi i migliori progetti di queste nuove imprese. Le case automobilistiche investono milioni di dollari o addirittura acquistano le startup che sviluppano tecnologie utili ai business presenti e futuri dell’automobile.
Le grandi corporate dell’auto ovviamente dominano il flusso degli investimenti, la fanno da padrona, addirittura molte case automobilistiche hanno creato Hub e Innovation Districts specializzati nella ricerca di startup promettenti con know-how, brevetti e prodotti innovativi ancora estranei ai propri progetti di ricerca e sviluppo.
Ed è così che si stanno sviluppando software di intelligenza artificiale, sensoristica ultra sofisticata, soluzioni per batterie che rivoluzioneranno il mondo dell’auto elettrica, sistemi di sharing destinati a cambiare completamente il rapporto tra proprietario e auto, fino allo sviluppo di dispositivi hardware per gestire la propria auto interamente da remoto e in tempo reale.
I MAGGIORI TREND DI CAMBIAMENTO
I più rilevanti trend di cambiamento riguardano le tecnologie relative ai powertrain e l’applicazione di tecnologie abilitanti la guida sempre più autonoma.
Questa è, infatti, una delle grandi scommesse delle case automobilistiche, è l’innovazione che attualmente sembra essere più avveniristica e futuristica di ogni altra. E invece è sulla buona strada per diventare realtà.
D’altronde anche la guida assistita sembrava impossibile, al contrario oggi, su molte autovetture, esistono dispositivi in grado di aiutare il conducente, di assisterlo durante la marcia e durante alcune manovre. I sistemi di parcheggio automatizzato, i sistemi di controllo della velocità, di controllo delle linee della carreggiata, la frenata autonoma del veicolo in caso di pericolo, il controllo della stanchezza… sono oggi obiettivi raggiunti e grazie ai quali il numero degli incidenti e di decessi inizia a diminuire in maniera significativa.
Innovazioni che via via ci avvicinano all’introduzione del pilota automatico e della guida autonoma.
Anche l’applicazione di materiali volti alla riduzione del peso delle vetture, alla riduzione delle vibrazioni e dell’inquinamento acustico registra importanti passi avanti. L’ingegneria legata ai materiali leggeri è chiamata ad accompagnare il settore sviluppando nuove soluzioni.
E ancora, la progressiva elettrificazione impone la ricerca di soluzioni nuove rispetto alle batterie, nonché l’adozione di centraline specifiche e di adeguata sensoristica a vantaggio dell’elettronica di controllo e dell’infotainment.
NUOVE INFRASTRUTTURE INTERCONNESSE
Ma insieme al progresso tecnologico di bordo delle automobili c’è bisogno di nuove infrastrutture e quindi di un cambiamento anche del panorama urbano. Si parla infatti di smart city, smart infrastructure, supporti allo sharing. La connessione dei veicoli alle infrastrutture richiede infatti il progresso di queste ultime. Sono costantemente implementate le infrastrutture in grado di recepire l’enorme quantità di dati che arrivano dall’elettronica di bordo e svilupparli in termini di mappe, posizionamento del veicolo, flusso del traffico, per poter svolgere gli algoritmi necessari a determinare il comportamento del veicolo in tempo reale.
Nell’arco temporale che ci separa al 2030 le auto saranno tutte connesse, tecnologie come Machine Learning, Artificial Intelligence, Streaming Analytics, IoT, saranno integralmente applicate, e in questo ambito si svilupperanno enormi opportunità di lavoro. Il settore, infatti, avrà sempre più bisogno di competenze pregiate nell’area della gestione dei dati e figure come il Data Scientist e il Big Data Architect saranno profili fondamentali per la competitività dell’intero Automotive.
LE SFIDE PER L’ITALIA
In tutto questo quadro, che vede il settore dell’auto impegnato in un enorme processo di trasformazione e di innovazione, bisogna stare attenti a quelli che sono considerati i punti di debolezza del nostro Paese e che rischiano di essere una minaccia per la crescita della filiera, e cioè l’eccessiva burocratizzazione, l’eccessiva pressione fiscale sulle imprese, una fiscalità oppressiva per i consumatori dei veicoli più sofisticati, che va a riflettersi negativamente in termini di domanda, la mancanza di incentivi e una eccessiva difficoltà di accesso al credito sia per le imprese che per i consumatori.
Dall’altro lato sarà anche necessario e importante adeguare la normativa a queste evoluzioni tecnologiche, affrontando gli aspetti di regolamentazione e di omologazione di questi sistemi. Passaggi che rischiano di essere troppo lenti e farraginosi per un settore che invece, forse più di ogni altro, affronta la sfida di essere al passo con i tempi, anzi ha la necessità di essere ogni giorno già nel futuro!
E proprio perché il settore è costantemente nel futuro che – non spaventatevi – mi corre l’obbligo di chiudere questo articolo avvisandovi che sono stati fatti passi notevoli anche per lo sviluppo di prototipi della ”auto volante”, con i modelli Terrafugia Transition e AeroMobil 3.0!
Ma questa è un’altra storia.