Il Regolamento Delegato UE Droni appena rilasciato introduce modifiche nella normativa internazionale. Abbiamo parlato di questo ed altro con Ant-x, incubata del Polihub presso il Politecnico di Milano, da sempre in prima linea quando si tratta di tecnologie innovative
Abbiamo già parlato di droni e di come la normativa europea stia cambiando in questi mesi. Oggi incontriamo una realtà giovane e innovativa, una startup che da oltre un decennio si interessa di di guida, navigazione e controllo dei droni, come pure di ricerca in settori aeronautici e aerospaziali.
Il loro obiettivo e creare un punto di contatto tra le necessità della nascente industria dei droni e i maggiori istituti di studio e ricerca nel mondo, per contribuire a educare una nuova generazione di ingegneri.
Nati come spin-off company del Politecnico di Milano, sono cresciuti e hanno sviluppato le proprie idee all’interno dell’incubatore Polihub, ora collaborano anche allo studio e allo sviluppo dei multirotori UAV (unmanned aerial vehicle, cioè veicoli senza pilota a guida autonoma).
D) Di cosa vi occupate?
R) ANT-X produce attrezzature da laboratorio per la ricerca e la didattica nell’ambito del controllo di droni. Noi veniamo incontro all’esigenza delle università di avere un’infrastruttura di laboratorio da mettere a disposizione di ricercatori e studenti, in modo che questi abbiano la possibilità di “mettere le mani” su droni veri e possano fare esperimenti, mettendo così in pratica le loro conoscenze teoriche. I nostri droni sono diversi da quelli che si possono trovare sugli scaffali dei negozi, dato che possono essere programmati e usati per svolgere esperimenti in ambiente sicuro e controllato.
D) Quali sono le difficoltà legali incontrate nel percorso?
R) Abbiamo riscontrato una mancanza di chiarezza nelle norme che disciplinano la marcatura CE dei droni: in particolare, la possibilità di ricadere sotto due diverse direttive europee, quella delle macchine e quella dei giocattoli. È stato abbastanza chiaro fin dall’inizio che un prodotto come il nostro non sarebbe ricaduto sotto la direttiva giocattoli, trattandosi di una macchina da laboratorio che in quanto tale richiede di essere utilizzata da un operatore in possesso di conoscenze tecniche avanzate.
D’altro canto, è stato meno chiaro capire se i nostri droni ricadessero sotto la direttiva macchine e quindi necessitassero di marcatura CE. Si tratta infatti di apparecchiature da laboratorio, pensate per essere usate in ambiente chiuso e quindi piuttosto diverse dai droni che si trovano comunemente nei negozi e che sono fatti per volare all’aperto. Su questo tema ci siamo confrontati anche con operatori del settore della valutazione di conformità di prodotti alla direttiva macchine, che hanno condiviso le nostre perplessità sulla poca chiarezza della normativa a riguardo. In conclusione, abbiamo stabilito che la definizione di “macchina” nell’omonima direttiva si applica al nostro prodotto.
D) Il nuovo Regolamento Delegato offre soluzioni e risposte ai vostri problemi legali?
R) Il nuovo Regolamento Delegato Europeo (2019/945) introduce regole chiare sulla marcatura CE dei droni; questo è un aspetto importante che semplifica agli operatori e alle aziende del settore il compito di rendere il proprio prodotto conforme alla legge.
Nel nostro specifico caso, il regolamento dichiara esplicitamente che non si applica ai droni “destinati a essere impiegati esclusivamente in locali chiusi” e quindi non si applica ad un prodotto come il nostro.