L’imprenditoria femminile nel 2021 e 2022 ha ricevuto un’iniezione di fiducia sotto forma di finanziamenti a tasso zero e agevolato e finanziamenti a fondo perduto. In attesa di capire l’entità degli stanziamenti del PNRR 2023, vediamo insieme le iniziative in essere per l’anno 2022.
L’imprenditoria femminile in Italia vede circa 1 milione 340 mila attività a conduzione femminile iscritte al Registro delle Camere di commercio, secondo il V Rapporto sull’imprenditoria femminile 2022, realizzato da Unioncamere, ovvero circa il 22% del totale. Un aumento notevole dal 2014 – anno che segna l’inizio di una concreta politica in favore delle imprese rosa – dovuto proprio al supporto di vari strumenti agevolativi messi in campo in questi dal legislatore italiano dal 2014 ad oggi.
I dati nell’ultimo anno hanno mostrato una controtendenza rispetto a quelle non
femminili: +0,5% vs -0,4%. In valori assoluti l’aumento delle imprese femminili è stato di 6.476
contro una diminuzione di oltre 17mila per le imprese non femminili. Un quadro che fa ben sperare nell’impegno sempre maggiore del Governo a sostegno delle imprenditrici che hanno dimostrato anche in questo campo tenacia e grande capacità.
IMPRENDITORIA FEMMINILE: COSA SI INTENDE
Ma cosa si intende esattamente per imprenditoria femminile? Il MISE, il Ministero dello Sviluppo Economico ha indicato che possono essere considerate “femminili” tutte le micro, piccole e medie aziende che presentano le seguenti caratteristiche:
- imprese individuali gestite da donne;
- società cooperative e società di persone costituite almeno al 60% da donne;
- società di capitali le cui quote di partecipazione siano in misura non inferiore ai due terzi di donne e i cui organi di amministrazione siano costituiti per almeno i due terzi da donne.
IMPRENDITORIA FEMMINILE NEL 2022: COSA PREVEDEVA
Il Fondo per l’Imprenditoria femminile, nato con la Legge di Bilancio del 2021, è la risposta in termini di incentivi che il Ministero ha dato per la nascita, lo sviluppo e il consolidamento delle imprese guidate da donne. Per farlo ha messo a disposizione contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati attraverso una serie di progetti.
Dal punto di vista operativo è stato creato il “Fondo Impresa Donna” a sostegno dell’imprenditoria femminile, che rafforzerà finanziariamente una serie di misure già esistenti e il nuovo Fondo per l’imprenditoria femminile previsto dalla Legge di Bilancio 2021.
Il Fondo prevedeva:
Per le nuove imprese o imprese costituite da meno di 12 mesi:
- per progetti fino a € 100.000, un fondo perduto fino all’80% delle spese (o fino al 90% per donne disoccupate) entro un tetto massimo di € 50.000.
- per progetti fino a € 250.000, un fondo perduto fino al 50% delle spese, fino a un massimo di € 125.000.
Per le imprese già costituite:
- per progetti fino a € 400.000, un fondo perduto e finanziamento a tasso zero, con una copertura fino all’80% delle spese ammissibili, per un massimo di € 320.000. Il finanziamento a tasso zero è da rimborsare in otto anni.
- Tutoraggio, in fase di realizzazione del progetto, per accompagnare le imprese nell’utilizzo delle agevolazioni, supportarle nel predisporre le richieste di erogazione del finanziamento o altra documentazione di progetto.
- Voucher di € 2.000 da utilizzare a copertura del 50% del costo sostenuto dalle imprese per l’acquisto di servizi di marketing o comunicazione strategica del valore minimo di € 4.000.
La misura, inizialmente finanziata con 40 milioni di euro stanziati dalla legge di bilancio 2021 è stata successivamente ampliata grazie al PNRR, per un totale di 200 milioni di Euro. Tuttavia, il rilevante numero di domande inviate (fin dal primo giorno di apertura), ha determinato l’esaurimento dei fondi e la chiusura dello sportello a partire dall’8 giugno 2022.
Un risultato di grande successo, che ci si aspetta che il nuovo Governo voglia replicare anche nel 2023, considerando sopratutto l’apporto fondamentale che le risorse previste dal PNRR possono fornire.
IMPRENDITORIA FEMMINILE: INVITALIA E I FONDI ATTIVATI NEL 2022
Per attuare le misure previste nella Legge di BIlancio, Invitalia (Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa, di proprietà del Ministero dell’Economia) ha attivato una serie di programmi specifici attraverso il Fondo Impresa Femminile, con questi programmi/bandi:
- Oltre Nuove Imprese a Tasso Zero
- Smart & Start
Entrambi mettono a disposizione risorse agevolate utili sia per avviare sia per accrescere le imprese femminili che possono essere:
- contributi a fondo perduto;
- finanziamenti a tasso zero o agevolati;
- investimenti nel capitale.
Ma andiamo con ordine e guardiamoli entrambi.
ON – OLTRE NUOVE IMPRESE A TASSO ZERO
Il programma agevolativo/bando “ON- Nuove imprese a tasso zero” è stato attuato con decreto legislativo 21 aprile 2000, n. 185, con l’obiettivo di “sostenere, su tutto il territorio nazionale, la creazione e lo sviluppo di micro e piccole imprese a prevalente o totale partecipazione giovanile o femminile”.
E’ dedicato a micro e piccole imprese costituite da non più di 60 (sessanta) mesi alla data di presentazione della domanda di agevolazione e la cui compagine societaria sia composta, per oltre la metà numerica dei soci e di quote di partecipazione, da soggetti di età compresa tra i 18 ed i 35 anni, ovvero da donne.
Sono ammissibili le iniziative, realizzabili su tutto il territorio nazionale, promosse nei seguenti settori:
- produzione di beni nei settori industria, artigianato e trasformazione dei prodotti agricoli;
- fornitura di servizi alle imprese e alle persone ivi compresi quelli afferenti all’innovazione sociale;
- commercio di beni e servizi;
- turismo (attività finalizzate alla valorizzazione e alla fruizione del patrimonio culturale, ambientale e paesaggistico, o destinate al miglioramento dei servizi per la ricettività e l’accoglienza).
Per le imprese costituite da meno di 36 mesi possono rientrare come ammissibili spese non superiori a euro 1.500.000. In questo massimale può rientrare, altresì, un importo a copertura delle esigenze di capitale circolante da giustificare nel piano industriale e utilizzabile per il pagamento:
- di materie prime,
- di servizi necessari allo svolgimento delle attività dell’impresa e di godimento di beni di terzi, purché sia nel limite del 20% delle spese di investimento.
Per le imprese costituite da oltre 36 mesi ma non più di 60, l’importo delle spese ammissibili non può essere superiore ad euro 3.000.000. I programmi dovranno essere realizzati entro ventiquattro mesi dalla data di stipula del contratto di finanziamento.
SMART & SMART ITALIA
Il programma/bando SmartStart Italia è uno strumento agevolativo istituito con decreto del Ministro dello Sviluppo Economico del 24 settembre 2014 e dedicato alle startup innovative. Ha subito molteplici integrazioni ed è – tutt’oggi – l’incentivo che ne sostiene maggiormente la nascita e la crescita su tutto il territorio nazionale.
Con decreto del Ministro dello sviluppo economico del 30 agosto 2019, sono state apportate modifiche al precedente decreto del 24 settembre 2014, volte a semplificare e accelerare:
- le procedure di accesso, concessione e erogazione delle agevolazioni
- le modalità di valutazione delle iniziative
- le richieste in termini di rendicontazione delle spese sostenute dai beneficiari.
La misura agevolativa è riservata alle startup innovative di tutto il territorio nazionale, iscritte nell’apposita sezione speciale del registro imprese e in possesso dei requisiti di cui all’articolo 25 del decreto-legge n. 179/2012.
Possono presentare domanda di agevolazione anche le persone fisiche che intendono costituire una startup innovativa. In tal caso, la costituzione della società deve intervenire entro 30 giorni dalla comunicazione di ammissione alle agevolazioni.
Possono ottenere le agevolazioni Smart&Start Italia anche le imprese straniere che si impegnano a istituire almeno una sede operativa sul territorio italiano.
SMART & SMART ITALIA: I PIANI DI IMPRESA
Smart&Start Italia finanzia i piani d’impresa di importo compreso tra 100 mila euro e 1,5 milioni di euro, comprendenti le seguenti categorie di spese:
- immobilizzazioni materiali quali impianti, macchinari e attrezzature tecnologici, ovvero tecnico-scientifici, nuovi di fabbrica, purché coerenti e funzionali all’attività d’impresa
- immobilizzazioni immateriali necessarie all’attività oggetto dell’iniziativa agevolata. Ad esempio brevetti, marchi e licenze, certificazioni, know-how e conoscenze tecniche, anche non brevettate, correlate alle esigenze produttive e gestionali dell’impresa
- servizi funzionali alla realizzazione del piano d’impresa, direttamente correlati alle esigenze produttive dell’impresa. Sono servizi spesso sottovalutati, da tenere in considerazione massima:
- progettazione, sviluppo, personalizzazione e collaudo di soluzioni architetturali informatiche e di impianti tecnologici produttivi
- consulenze specialistiche tecnologiche, legali, servizi forniti da incubatori e acceleratori d’impresa e quelli relativi al marketing ed al web-marketing,
- costi connessi alle collaborazioni instaurate con organismi di ricerca ai fini della realizzazione del piano d’impresa
- personale dipendente e collaboratori a qualsiasi titolo aventi i requisiti indicati all’articolo 25, comma 2, lettera h), numero 2), del decreto-legge n. 179/2012, nella misura in cui sono impiegati funzionalmente nella realizzazione del piano d’impresa.
Nei limiti del 20% delle predette spese è ammissibile a contribuzione un importo a copertura delle esigenze di capitale circolante connesse al sostenimento delle seguenti spese:
- approvvigionamento per materie prime
- servizi necessari allo svolgimento delle attività dell’impresa (ivi compresi quelli di hosting e di housing) e di godimento di beni di terzi.
I piani di impresa devono essere avviati successivamente alla presentazione della domanda e devono essere conclusi entro 24 mesi dalla data di stipula del finanziamento.
Ultimamente, con circolare del Direttore Generale del Ministero dello Sviluppo Economico del 4 luglio 2022, n. 253833 sono state apportate ulteriori modifiche al già citato decreto 24 settembre 2014, finalizzate all’introduzione, per le startup innovative beneficiarie delle agevolazioni, della possibilità di richiedere, successivamente all’erogazione a saldo delle agevolazioni, la conversione di una quota del finanziamento agevolato concesso in contributo a fondo perduto, a fronte di investimenti nel relativo capitale di rischio attuati da particolari investitori terzi ovvero dai soci persone fisiche.
IMPRENDITORIA FEMMINILE: INCENTIVI NAZIONALI NEL 2023
Purtroppo i bandi descritti legati a questo fondo sono attualmente chiusi a seguito dell’esaurimento delle risorse disponibili. Con avviso del 7 giugno 2022 è stata disposta, con effetto dall’8 giugno 2022, la chiusura dello sportello per la presentazione delle domande relative alle agevolazioni per lo sviluppo e il consolidamento delle imprese femminili di cui al CAPO III del decreto interministeriale 30 settembre 2021.
Tuttavia, visto l’enorme successo dell’iniziativa, è plausibile attendersi un rifinanziamento di queste misure anche per il 2023, con l’arrivo di nuovi fondi e la riapertura delle domande.
Continuando sulla via già intrapresa, anche il PNRR vuole supportare l’imprenditorialità sia per le donne che vogliono avviare un’attività dal nulla, sia per aziende già avviate e che hanno necessità di consolidare e innovare.
inoltre, con lo sviluppo della PNRR e la sua entrata nel vivo, molte delle iniziative descritte potranno cambiare denominazione o confluire in altre, ma verranno sostanzialmente rifinanziate.
Il nostro consiglio è quello di tenere d’occhio la pagina dedicata sul MISE per seguire tutti gli aggiornamenti e le pagine di ciascuna regione.
Allo stesso modo, verranno finanziate attraverso i progetti del PNNR anche molte iniziative di carattere regionale.