Il passaggio da una startup una PMI innovativa è sempre possibile e conveniente? Vediamo insieme come un giovane imprenditore deve comportarsi e cosa deve sapere per gestire questo passaggio in modo sicuro, veloce ed efficace.
Secondo la Relazione annuale al Parlamento del Ministero delle Imprese e del Made in Italy del 2023, il panorama delle startup e delle PMI innovative in Italia presenta note positive, con una crescita costante nel numero delle imprese e nell’occupazione.
Nel 2022, il settore delle startup e PMI innovative ha generato più di 23.800 posti di lavoro, con un aumento del 10,8% rispetto all’anno precedente. Le PMI innovative, in particolare, impiegano circa 51.000 addetti, con un incremento del 17,5% rispetto al 2021. Il valore della produzione delle startup e PMI innovative ha raggiunto i 2,06 miliardi di euro nel 2022, con un aumento significativo rispetto all’anno precedente.
Ma come si diventa PMI Innovative? È possibile passare da startup a PMI o è più conveniente rimanere fedeli al modello scelto inizialmente?
LE PMI, PICCOLE E MEDIE IMPRESE
Per prima cosa occorre definire e comprendere che cosa sia una PMI. Questa tipologia di impresa viene inquadrata e definita per la prima volta nel 2015 con il D.L. 24 gennaio 2015 n. 3 (cd. Investment Compact). Il legislatore con questa normativa ha determinato una distinzione netta tra startup e PMI innovativa, due tipologie di impresa con caratteristiche simili ma con valori di fatturato differenti.
Per essere PMI è necessario possedere alcuni requisiti oggettivi. Eccoli:
- essere costituita come società di capitali, anche in forma cooperativa;
- avere sede in Italia o in uno degli Stati membri dell’Unione europea;
- disporre della certificazione dell’ultimo bilancio e dell’eventuale bilancio consolidato (sono quindi
escluse le società di nuova costituzione); - non avere azioni quotate in un mercato regolamentato;
- non avere un fatturato annuale superiore a 50 milioni di euro e non avere più di 250 dipendenti;
- non essere iscritta nella sezione speciale per le startup innovative.
Naturalmente le PMI devono possedere anche i cosiddetti requisiti soggettivi, cioè di innovatività
dell’impresa. In particolare almeno due dei seguenti:
- sostenere spese in ricerca e sviluppo pari ad almeno il 3% del maggior valore tra fatturato e costo
della produzione - impiegare personale altamente qualificato, con almeno 1/3 con laurea magistrale
- essere titolare, depositaria o licenziataria di un brevetto o di un software registrato.
Alcun requisiti sono uguali a quelli per le startup innovative ma le principali differenze sono relative all’età ed al fatturato della società: una PMI ha più di 5 anni di attività ed un fatturato superiore a 5 milioni di euro.
Si può prendere lo status di PMI innovativa direttamente oppure al termine del percorso di startup, dopo quindi 5 anni di iscrizione nella Sezione Speciale del Registro delle Imprese dedicata alle startup innovative.
Le startup che superano i 5 milioni di fatturato, i 60 mesi dalla costituzione oppure per altri motivi perdono di uno dei requisiti costitutivi di startup innovativa -ma mantengono comunque il carattere innovativo dei propri prodotti o servizi- possono effettuare il passaggio in continuità e trasformarsi quindi in PMI innovative.
In questo modo possono mantenere tutti i benefici e le agevolazioni fiscali previste per le startup perché rappresentano il secondo stadio evolutivo del percorso di crescita delle aziende ad alto valore innovativo e tecnologico che il legislatore intende chiaramente sostenere e supportare in tutte le fasi.
Attenzione! Per effettuare il passaggio in continuità sarà necessaria la cancellazione dalla Sezione Speciale delle startup innovative, che potrà essere chiesta in qualsiasi momento dal legale rappresentante, per poi chiedere subito dopo l’iscrizione alla Sezione Speciale delle PMI innovative.
Sarà poi necessario trasmettere telematicamente alla Camera di Commercio territorialmente competente una dichiarazione di autocertificazione di possesso dei requisiti sopra elencati.
REQUISITI PER IL PASSAGGIO STARTUP – PMI
Volendo riassumere, il passaggio da startup a PMI in Italia è un processo che non avviene automaticamente ma richiede il rispetto di specifici requisiti e l’adozione di precise procedure.
Questi sono sinteticamente i requisiti per il passaggio da startup a PMI:
- Forma giuridica: la società deve assumere una forma giuridica di S.p.A., S.r.l., Società cooperativa o Società europea (forme societarie non ammesse per le startup)
- Fatturato: il fatturato annuo deve superare i 5 milioni di euro per due anni consecutivi
- Dipendenti: il numero di dipendenti deve essere superiore a 10 unità per due anni consecutivi
- Altri requisiti: possono esserci ulteriori requisiti specifici in base al settore di attività.
LE PROCEDURE
Una volta verificati i requisiti, l’azienda deve seguire alcune procedure per formalizzare il passaggio a PMI. Eccole:
- Iscrizione al Registro delle Imprese: la società deve cancellare l’iscrizione dalla sezione speciale delle startup e iscriversi alla sezione ordinaria del Registro delle Imprese
- Comunicazione al Mise: la società deve comunicare al Ministero dello Sviluppo Economico (Mise) la cessazione della qualifica di startup
- Adempimenti fiscali e contabili: deve infine adeguarsi agli obblighi fiscali e contabili previsti per le PMI, che in genere sono più complessi rispetto a quelli previsti per le startup
VANTAGGI E SVANTAGGI
Per quanto il passaggio da startup a PMI comporti, come abbiamo detto una serie oggettiva di vantaggi. occorre tenere presente che ci sono anche delle controindicazioni.
Partiamo dai vantaggi che una PMI ha rispetto alla medesima startup innovativa:
- Maggiore accesso al credito: le PMI hanno -generalmente- maggiore facilità di accesso al credito rispetto alle startup
- Possibilità di partecipare a gare d’appalto: possono partecipare a gare d’appalto pubbliche, che sono spesso precluse alle startup
- Maggiore credibilità sul mercato: l’essere una PMI può conferire maggiore credibilità all’azienda agli occhi di clienti, fornitori e investitori.
Esistono però anche delle limitazioni e degli irrigidimenti collegati alla maggiore dimensione e anzianità della società che il legislatore presume andare di pari passo con una maggiore abilità della società stessa di far fronte a richieste più esigenti. Questi i principali:
- Maggiore onere burocratico e fiscale: le PMI sono soggette a un onere burocratico e fiscale più complesso rispetto alle startup
- Maggiore rigidaità normativa: sono inoltre soggette a normative più rigide rispetto alle startup
- Perdita di alcuni benefici per le startup: il passaggio a PMI comporta la perdita di alcuni benefici previsti per le startup, come agevolazioni fiscali e semplificazioni burocratiche.
LE TEMPISTICHE
Le tempistiche per il passaggio da startup a PMI possono variare in base alla complessità della procedura e all’efficienza degli uffici competenti. In generale, il processo può richiedere da alcuni mesi a un anno.
Esistono alcuni casi particolari in cui il passaggio da startup a PMI può avvenire in modo semplificato o con tempistiche più brevi. Ad esempio, le startup innovative che superano i limiti dimensionali previsti per le startup possono mantenere alcuni benefici previsti per tale regime per un periodo di tempo limitato.
In definitiva, la decisione di passare da startup a PMI deve essere valutata attentamente considerando i pro e i contro di questa scelta. È importante che l’azienda sia consapevole dei requisiti da rispettare, delle procedure da seguire e dei potenziali impatti che il passaggio potrebbe avere sulla propria attività.
Per maggiori informazioni, è consigliabile consultare il sito web del Mise e contemporaneamente rivolgersi a un professionista esperto in materia.
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