Il termine Proof of Concept (POC) può venire tradotto in italiano “prova di concetto” e consiste in una dimostrazione pratica che mira a verificare la fattibilità di un’idea, di un metodo o di un prodotto.
Si tratta cioè di una realizzazione semplificata che serve a testare se un’idea o un concetto innovativo può effettivamente funzionare come previsto e se ha il potenziale per avere successo nel mondo reale.
Sono senza dubbio uno strumento prezioso per le startup e le aziende che vogliono verificare la fattibilità di nuove idee e ridurre i rischi. Realizzando una POC accurata, è possibile prendere decisioni informate su come procedere con lo sviluppo di un prodotto o servizio innovativo.
SCOPO E UTILITÀ
Realizzare una Proof of Concept partendo da una idea imprenditoriale è tutt’altro che elementare perché comporta una ricerca di sintesi notevole. D’altra parte offre diversi vantaggi:
- Valutare la fattibilità tecnica dell’idea: il primo scopo di un modello del genere è capire se l’idea è realizzabile tecnicamente. Ovvero se esistono (in generale e nello specifico nel Team) le competenze e le tecnologie necessarie per svilupparla
- Ridurre i rischi: come per tutti i prototipi, testare l’idea in una fase iniziale permette di identificare e risolvere potenziali problemi prima di investire risorse nello sviluppo del prodotto o servizio completo
- Ottenere feedback: una volta realizzata, viene usata per raccogliere feedback dai potenziali utenti, in base ai quali valutare l’interesse per l’idea
- Attirare investitori: ovviamente, una POC ben realizzata può essere utile per attirare investitori e partner che credono nel potenziale dell’idea.
COME SI SVILUPPA UNA PROOF OF CONCEPT
Fatta salva l’utilità marginale intrinseca di una Proof of Concept, resta da definire come si arriva ad averne una. Lo sviluppo di una POC di solito segue dei passaggi concettuali fissi, che servono a stabilire le priorità in campo:
- Definire gli obiettivi: sembra banale, ma la prima cosa da fare è definire chiaramente gli obiettivi della POC. Bisogna che chi ha avuto l’idea definisca cosa vuole dimostrare, ossia a quale bisogno principale risponde la sua idea. Solo così è possibile verificare se la risposta esiste ed è effettiva ed unica.
- Identificare i requisiti: una volta fermata l’idea, bisogna identificare i requisiti tecnici e funzionali necessari per realizzare la POC.
- Sviluppare la POC: non esiste un modo unico per sviluppare nella pratica una proof of concept. Dipende ovviamente dalla tipologia e dalla complessità dell’idea.
- Valutare la POC: una volta completata, è necessario valutarne i risultati e determinare se l’idea è fattibile e se vale la pena perseguirla.
IL POC NON È UN PROTOTIPO
Sebbene i termini proof of concept e prototipo siano spesso usati in modo intercambiabile, in realtà si riferiscono a due fasi distinte del processo di sviluppo di un prodotto o di un servizio.
Una proof of concept è come uno schizzo di un’idea, mentre un prototipo è come un modello in miniatura del prodotto finale. Inoltre, mentre la POC si concentra sulla fattibilità, il prototipo si concentra sulla funzionalità e sull’usabilità dell’oggetto o del servizio studiato. Infine la POC ha principalmente un uso interno alla startup, mentre un prototipo è pensato per essere utilizzato anche per testare il prodotto con utenti esterni. Ha quindi un grado maggiore di dettaglio e finitura per essere maggiormente appetibile e più aderente alle reali condizioni di utilizzo.
Alla luce di quanto detto, immaginiamo di voler sviluppare una nuova app per la gestione delle finanze personali. Una POC potrebbe essere realizzata creando un semplice foglio di calcolo per registrare le entrate e le uscite. Invece il prototipo sarebbe un’app funzionante con un’interfaccia utente intuitiva e alcune funzionalità di base, come la possibilità di aggiungere transazioni, creare budget e monitorare le spese.
E NEMMENO UN MINIMUM VIABLE PRODUCT O MVP
Infine, è importante capire la differenza tra proof of concept e Minimum Viable Product (MVP). Entrambe sono fasi cruciali per testare e validare le idee, ma hanno obiettivi e caratteristiche distinte. Lo scopo di una POC è appunto dimostrare la fattibilità tecnica di un’idea o di un concetto. Si concentra sul rispondere alla domanda “È possibile realizzarlo?“. Un MVP (Minimum Viable Product) serve invece per testare la desiderabilità e l’utilità di un prodotto o servizio sul mercato. Si concentra sul rispondere alla domanda “Questo prodotto è utile e ha mercato?“. Sembra una differenza minima, ma da essa derivano le altre. Una proof of concept si concentra sulla tecnologia e sulla funzionalità di base mentre un MVP si concentra sull’esperienza dell’utente e sul valore offerto. Se il primo è un esperimento interno per verificare se l’idea funziona a livello tecnico, il MVP è un prodotto reale, seppur basilare, che viene messo nelle mani di potenziali clienti per raccogliere feedback.
Di conseguenza il livello di dettaglio differisce molto. La POC è una simulazione grezza dell’idea, spesso realizzata con strumenti e materiali semplici, tipo un mock-up, un prototipo non funzionante o anche solo una descrizione dettagliata del processo. Il MVP deve essere per forza una versione funzionante, per quanto essenziale, del prodotto finale, includendo le funzionalità chiave necessarie per trasmettere il valore del prodotto e raccogliere feedback.
Infine, analogamente a un prototipo, un MVP è rivolto a potenziali clienti e utenti finali. Serve infatti per capire se il prodotto soddisfa le loro esigenze e se c’è interesse nel mercato. La POC invece è rivolta principalmente a stakeholder interni come team tecnico e investitori iniziali. Questo perché serve a convincere che l’idea valga la pena di essere sviluppata ulteriormente.
Per un ulteriore approfondimento su cosa sia un MVP e sulle sue differenza da un prototipo, vi rimandiamo alla voce di glossario relativa.
L’immagine di copertina è di Pixabay, la grafica è a cura dell’autrice dell’articolo.