La scelta tra uno stile di leadership piuttosto che un altro è un argomento ampiamente dibattuto nella letteratura di settore. In questo articolo vedremo i principali modi in cui è possibile esercitare una leadership a partire dal lavoro di Daniel Goleman.
La scelta dello stile di leadership dipende da vari fattori, inclusi il contesto organizzativo, la cultura aziendale, la natura del lavoro svolto, le esigenze del team e le proprie caratteristiche personali come leader.
Si tratta di una scelta cruciale poiché influisce direttamente sulla cultura aziendale, sul coinvolgimento del team, sulla motivazione e sul raggiungimento degli obiettivi organizzativi. Non esistendo un modello universale, migliore di altri in assoluto occorre cercare di capire come orientare la scelta verso un modello piuttosto che un altro.
Quali sono i parametri che guidano una scelta così fondamentale? Cosa occorre valutare per prendere una decisione oculata? E quanto “vale” la scelta fatta, non esistendone una sola corretta?
LE IDEE DI DANIEL GOLEMAN
Daniel Goleman è uno psicologo, giornalista e autore statunitense, noto principalmente per il suo lavoro sull’intelligenza emotiva. Nato il 7 marzo 1946 a Stockton, California, ha ottenuto una laurea in antropologia presso la Harvard University e un dottorato in psicologia clinica presso la Harvard Graduate School of Education.
La sua opera più influente è “Emotional Intelligence” (Intelligenza Emotiva), pubblicata nel 1995, in cui ha introdotto il concetto di intelligenza emotiva e ha discusso del ruolo cruciale delle emozioni nelle competenze umane e nelle interazioni sociali. Prendendo le mosse da quel lavoro, Goleman ha continuato a scrivere, occupandosi anche di stili di leadership.
“Leadership That Gets Results” (La leadership che ottiene risultati) fu scritto nel 2017 per la Harward Business Review. Si tratta di un breve pamphlet in cui Goleman introduce sostanzialmente sei stili di leadership che riflettono come i leader gestiscono le emozioni proprie e degli altri in situazioni di lavoro.
Questi i sei stili di leadership enunciati da Goleman attraverso le sue dirette parole:
- stile coercitivo: questo approccio “Fai quello che dico” può essere molto efficace in una situazione vitale, un disastro naturale o mentre si lavora con dipendenti problematici. Ma nella maggior parte delle situazioni, la leadership coercitiva inibisce la flessibilità dell’organizzazione e smorza la capacità di motivazione dei dipendenti
- stile autorevole: un leader autorevole adotta un approccio “Vieni con me”: afferma l’obiettivo generale ma offre alle persone la libertà di scegliere i propri mezzi per raggiungerlo. Questo stile funziona particolarmente bene quando un’azienda è alla deriva. È meno efficace quando il leader lavora con un team di esperti che hanno più esperienza di lui.
- stile affiliativo: la caratteristica distintiva del leader affiliativo è l’atteggiamento “Le persone vengono prima di tutto”. Questo stile è particolarmente utile per creare armonia all’interno della squadra o per aumentare il morale. Ma il suo concentrarsi esclusivamente sugli elogi può far sì che le scarse prestazioni non vengano corrette. Inoltre, i leader di questo tipo raramente offrono consigli, lasciando spesso i dipendenti (soli e quindi) in difficoltà.
- stile democratico: l’impatto di questo stile sul clima organizzativo non è così elevato come potresti immaginare. Dando ai lavoratori voce in capitolo nelle decisioni, i leader democratici costruiscono flessibilità e responsabilità organizzativa e aiutano a generare nuove idee. Ma a volte il prezzo sono riunioni infinite e dipendenti confusi che si sentono senza leader.
- stile visionario: un leader che stabilisce elevati standard di prestazione e li esemplifica egli stesso ha un impatto molto positivo sui dipendenti che sono automotivati e altamente competenti. Ma gli altri dipendenti tendono a sentirsi sopraffatti dalle richieste di eccellenza di un leader di questo tipo e a risentirsi della sua tendenza a prendere in mano la situazione.
- stile coach: questo stile si concentra più sullo sviluppo personale che su compiti immediati legati al lavoro. Funziona bene quando i dipendenti sono già consapevoli dei propri punti deboli e vogliono migliorare, ma non quando sono restii a cambiare i loro modi.
Potete trovare il testo completo al link che ho riportato sopra.
Usando sempre le parole di Goleman,
“Più stili un leader padroneggia, meglio è“
Un giovane CEO di una startup che ambisce a diventare un leader non deve quindi concentrarsi su uno solo di questi aspetti, consapevole che non esiste la soluzione unica, ma che ogni momento di vita di una startup richiede inevitabilmente un diverso stile di leadership, che sappia valorizzare le specificità del momento contingente.
Conclude sempre Goleman: “In particolare, essere in grado di alternare tra gli stili autorevole, affiliativo, democratico e di coaching a seconda delle condizioni, crea il miglior clima organizzativo e ottimizza le prestazioni aziendali“.
CARATTERISTICHE DEL CEO
Quindi abbiamo visto che non esiste uno stile di leadership migliore in assoluto rispetto ad un altro, nè migliore per una specifica attività.
Lo stile di leadership deve quindi essere scelto e individuato a seconda della fase di finanziamento in cui di trova una startup e anche in funzione delle caratteristiche personali e della competenze e soft skill dello startupper.
Delle fasi di vita di una startup e dei round di finanziamento abbiamo specificatamente parlato nei capitoli specifici del glossario. Quello che ora analizziamo sono le competenze e i fattori che vanno ponderati. La decisione sul tipo di leader che si vuole essere dovrebbe infatti essere basata su una valutazione attenta di un mix di cose: delle proprie caratteristiche personali, delle esigenze del contesto e degli obiettivi dell’organizzazione.
Ecco alcuni parametri che puoi considerare per prendere questa decisione:
- Autoconsapevolezza:
- esaminare le proprie abilità, competenze e punti di forza
- riconoscere le proprie aree di miglioramento
- Obiettivi Organizzativi:
- considerare gli obiettivi e le sfide dell’organizzazione
- scegliere uno stile di leadership che sia congruente con la cultura aziendale e gli obiettivi strategici
- Caratteristiche del Team:
- valutare le caratteristiche e le esigenze del proprio team
- adattare il proprio stile di leadership alle dinamiche specifiche del gruppo
- Comunicazione:
- valutare le proprie abilità comunicative
- scegliere uno stile di leadership che favorisca una comunicazione aperta e trasparente
- Motivazioni personali:
- riflettere sulle proprie motivazioni intrinseche per essere un leader
- cercare uno stile di leadership che sia congruente con le proprie motivazioni e valori
- Empatia:
- valutare la propria capacità di comprendere e gestire le emozioni degli altri
- scegliere uno stile di leadership che favorisca la connessione e la fiducia nel team
- Situazioni di Crisi o Stress:
- considerare come si sanno affrontare situazioni di crisi o periodi di stress
- scegliere uno stile di leadership che sia efficace durante i momenti critici
- Feedback e Apprendimento Continuo:
- essere aperti al feedback e al miglioramento continuo
- adattare il proprio stile di leadership in base alle lezioni apprese dalle esperienze passate
- Visione e Innovazione:
- riflettere sulla propria capacità di formulare una visione e di promuovere l’innovazione
- scegliere uno stile di leadership che supporti la realizzazione di obiettivi a lungo termine
Infine, occorre considerare sempre che la leadership non è una dimensione statica: un leader può e DEVE evolversi e adattarsi nel tempo. La flessibilità e la capacità di apprendere dagli errori sono cruciali per essere un leader efficace.
TIPI DI LEADERSHIP
Le tipologie possibili di leadership sono infinite, ma si muovono tra questi poli ben distinti tra loro. Ognuno rappresenta un possibile “macro-approccio“: nello spazio immenso che c’è tra questi, si collocano tutti gli innumerevoli modi che un imprenditore può mettere in atto per gestire la propria azienda.
È importante notare che la leadership efficace può spesso combinare elementi di questi stili a seconda del contesto e delle esigenze specifiche. Ad esempio, un leader potrebbe adottare un approccio autocratico in situazioni di emergenza, ma passare a uno stile più democratico durante la fase di pianificazione strategica.
Andando a vedere la letteratura connessa, la prima cosa che emerge è come la terminologia non sia univoca, ma piuttosto evocativa dell’idea di fondo che sostiene quel determinato stile. Ho cercato pertanto di raggruppare i principali modi, ma questa suddivisione non deve essere presa alla lettera, ma piuttosto usata come guida.
- Leadership visionaria: i leader visionari delineano una chiara visione del futuro e motivano il team a lavorare verso quel obiettivo. La capacità di ispirare attraverso una visione attraente è un elemento chiave di questo stile. Il leader:
- ha una visione chiara e ispira il team con un obiettivo a lungo termine.
- definisce una direzione strategica e lavora per farla condividere da tutto il team.
- Leadership trasformazionale: i leader trasformazionali ispirano e motivano il team attraverso una visione condivisa. Possono influenzare profondamente il comportamento e le prospettive dei membri del team, spingendoli oltre le aspettative. Il leader:
- coinvolge e motiva i membri del team a raggiungere livelli di performance superiori.
- favorisce l’innovazione e il cambiamento attraverso l’ispirazione e l’entusiasmo.
- Leadership carismatica: i leader carismatici attirano e ispirano i membri del team attraverso la loro personalità, carisma e capacità di comunicare una visione attraente. La fiducia e l’entusiasmo sono spesso centrali in questo stile. Il leader:
- attrae e incanta il team con la propria personalità magnetica
- usa ispirazione e fiducia come principali strumenti di gestione
- Leadership Democratica (o Partecipativa o orientata al team): il leader coinvolge i membri del team nel processo decisionale. La comunicazione è aperta, e le decisioni sono prese tenendo conto delle opinioni e delle prospettive di tutti. Il leader:
- pone il focus sulla costruzione di un team coeso e collaborativo
- valorizza il coinvolgimento di tutti i membri e promuove un ambiente di lavoro positivo
- Leadership collaborativa: questo stile di leadership si basa sulla collaborazione e sulla partecipazione attiva dei membri del team nella presa di decisioni. Il leader facilita il dialogo e incoraggia il contributo di tutti. Il leader:
- incentiva la condivisione delle idee e la partecipazione attiva di tutti i membri del team
- prende le decisioni attraverso un processo collettivo
- Leadership agile: si concentra sulla consegna continua di valore per il cliente o per l’organizzazione. Il leader:
- cerca di massimizzare il valore del lavoro svolto
- adatta rapidamente la strategia in risposta ai cambiamenti del mercato o alle nuove informazioni
- Leadership coach: questo stile si concentra sulla crescita e lo sviluppo individuale dei membri del team. Il leader agisce come un coach, guidando e supportando i membri del team nel raggiungere il loro pieno potenziale. Il leader:
- funge da mentore, sviluppando le competenze e il potenziale dei membri del team
- si concentra sullo sviluppo individuale per il successo collettivo
- Leadership transazionale o orientata ai risultati: i leader transazionali gestiscono attraverso incentivi e penalità. Utilizzano regole e ricompense per motivare i membri del team e stabiliscono chiare aspettative in termini di risultati. Il leader:
- è focalizzato sugli obiettivi e sui risultati tangibili
- può essere più orientato alla gestione delle performance
- Leadership ibrida: lo stile di leadership ibrida si riferisce a un approccio che incorpora elementi diversi di vari stili di leadership in base alle esigenze specifiche del contesto e delle circostanze. Un leader:
- è flessibile e adatta il proprio stile in modo dinamico
- cerca di combinare le forze di approcci diversi per ottenere i migliori risultati
- Leadership empatica: questo stile di leadership è caratterizzato dalla capacità del leader di comprendere e rispondere alle emozioni e ai bisogni dei membri del team. Il leader:
- si impegna nell’ascolto attivo
- mette al centro le prospettive e le sfide delle persone con cui lavora
- Leadership Laissez-Faire o distribuita: In questo stile, il leader offre massima libertà ai membri del team per prendere decisioni e gestire le proprie responsabilità. Il leader fornisce supporto quando richiesto, ma in larga misura lascia il controllo al team. Il leader:
- distribuisce la responsabilità di leadership tra vari membri del team
- da a ognuno l’opportunità di guidare in base alle proprie competenze e esperienze
- Leadership situazionale o adattativa: la capacità di adattarsi a situazioni mutevoli e impreviste è cruciale per la leadership in una startup, data la natura dinamica dell’ambiente. Il leader:
- adatta lo stile di leadership in base alla situazione e alle esigenze del momento
- può utilizzare diverse approcci a seconda delle circostanze specifiche
- Leadership Autocratica (o Autoritaria): questo stile di leadership è incentrato sull’autorità e sulla centralizzazione del potere nelle mani del leader. Le direttive sono date dal leader e il controllo delle decisioni è centralizzato. Il leader:
- prende decisioni in modo indipendente, senza coinvolgere attivamente i membri del team
- esercita un alto grado di autorità e controllo sulla squadra o sull’organizzazione.
Dopo tutta questa esposizione, mi preme ancora una volta ricordarvi che sono ESEMPI.
Exempla, per dirla alla latina.
Sono solo alcune delle tipolgie di stili di leadership esistenti. E anche i nomi che ho usato hanno valore evocativo. Non esiste una classificazione UNI internazionale, a parte quanto detto dal sociologo Goleman, che nel 2017 si occupò con interesse accademico della questione.
Quindi, fatte salve le sue parole (che vi ho riportato), tutte le altre sono semplificazione e catalogazioni fatte a uso e consumo di chi deve capire che tipo di startupper e founder vuole essere. O, meglio, che tipo di leader può pensare di essere in grado di essere.
Abbiate dubbi quindi.
Rimanete sempre flessibili, senza fossilizzarvi e senza innamorarvi di un certo modo di guidare e comandare.
Ma sopratutto coltivate il dubbio.
Avete, alla resa dei conti, una sola certezza: lo stile di leadership giusto è solo uno, quello che funziona.
La foto di copertina è Wikipedia, Creative Commons