Il termine MVP è l’acronimo di “Minimum Viable Product” e identifica la versione più semplice e basilare di un prodotto che contiene solo le funzionalità essenziali per soddisfare le esigenze di base degli utenti. Si tratta di un concetto fondamentale del metodo “Lean Startup” introdotto dagli imprenditori Eric Ries e Steve Blank ed è basato sul principio “Build-Meausure-Learn”. A tal proposito vi allego un articolo di Eric Ries in cui di suo pugno spiega in cosa consiste un MVP. È del 2009.
Si tratta cioè della versione base di un prodotto (ma anche di un sito o di una app), dotato di caratteristiche appena sufficienti per essere utilizzabile dai primi clienti. Lo scopo brutale è di permettere ai clienti di fornire un feedback iniziale per permettere lo sviluppo futuro del prodotto stesso.
TRADUZIONE DEL TERMINE E DEFINIZIONE
Il termine inglese può essere tradotto in italiano come “Prodotto Minimo Funzionante“, ma la sigla MVP è genericamente usata e intesa, sicuramente è più usata e frequente della sua traduzione in italiano. Sarà che gli italiani hanno sempre avuto una vocazione a importare e usare parole straniere, ma è più frequente sentire l’espressione “minimum viable product” che prodotto minimo funzionante. PMF invece proprio non esiste, lo dico a scanso di equivoci, ma anche perché mi è capitato di sentirlo.
Per amor di completezza, MVP è un acronimo spesso usato negli sport statunitensi e, in quel contesto, significa “most valuable player“. A chi ha pensato subito a questo significato e ha voglia di divagare un poco dal tema del giorno, consiglio di seguire al volo questo link. Vi trovate la storia dei 10 migliori MVP della storia del basket americano: da Kareem Abdul-Jabbar a Michael Jordan, passando per Larry Bird e LeBron. Potete aprirlo (tanto si apre in un’altra pagina) e tenerlo per dopo, quando avrete finito di leggere qui. Vi aspetto.
Come dicevamo in apertura, un MVP è la versione più semplice e basilare di un prodotto che contiene solo le funzionalità essenziali per soddisfare le esigenze di base degli utenti. L’obiettivo principale è quello di rilasciare un prodotto il più presto possibile per testare l’idea di base e raccogliere feedback dagli utenti, riducendo al minimo il tempo e gli sforzi investiti nello sviluppo.
Occorre dire a questo punto che non è un prototipo, per quanto gli assomigli. Meglio, è la fase precedente al prototipo vero e proprio. Un MVP ha lo scopo di validare l’idea alla base di un prodotto, quindi “contiene” fondamentalmente solo la caratteristica principale del prodotto stesso. Un prototipo invece risulta essere un prodotto molto più finito, recante con sé (quasi) tutte le caratteristiche definitive.
IN COSA CONSISTE
Facciamo un esempio. Immaginiamo di avere un’idea per un’app mobile che semplifichi la gestione delle liste della spesa. Invece di sviluppare un’app completa con tutte le caratteristiche immaginabili (notifiche avanzate, integrazioni con il pagamento online, ecc., ovvero il prototipo), si opta per la realizzazione di un MVP.
Il minimum viable product in questo caso potrebbe essere un’app molto basilare, che consenta agli utenti di creare una lista della spesa, aggiungere articoli e segnarli come completati. L’app dovrebbe essere molto semplice, includendo unicamente gli elementi essenziali per il suo scopo principale: aiutare gli utenti a gestire le liste della spesa. Attraverso il rilascio dell’MVP, è possibile ottenere rapidamente feedback dagli utenti reali, verificando sul campo cosa la maggior parte degli utenti desidera, che sia l’integrazione con motori di ricerca, con servizi di consegna a domicilio o sistemi di geolocalizzazione per sfruttare il servizio anche lontano dalla propria residenza abituale, ad esempio durante una vacanza. L’insieme di questi feedback consentiranno di migliorare gradualmente l’app con indagini reiterate, garantendo che le funzionalità successive siano guidate dai bisogni reali degli utenti.
Un MVP è un modo pragmatico di avvicinarsi allo sviluppo di prodotti, consentendo ai team di ridurre i rischi, testare rapidamente le idee e adattare il prodotto in base ai feedback reali.
MVP E STARTUP
L’uso di un MVP è cruciale per una startup, offrendo diversi vantaggi chiave, molto utili nel mondo altamente competitivo delle startup. Quando si lavora con un MVP occorre tenere presente questi caposaldi:
- testare da subito il prodotto per capire se soddisfa realmente i bisogni delle buyer personas individuate
- individuare eventuali errori nella fase creative tramite un procedimento pivot, come si può vedere nella immagine sotto
- ottimizzare e rendere più efficiente il percorso intrapreso da una startup per arrivare al successo (in termini economici, di tempo e risorse umane).
In questo modo è possibile ottenere una serie di vantaggi. Eccoli:
- Validazione dell’idea: rilasciare una versione basic del prodotto permette di verificare se esiste una reale domanda da parte degli utenti
- Risparmio di risorse: creare un prodotto completo richiede tempo, risorse finanziarie e umane considerevoli. Concentrandosi solo sulle funzionalità essenziali permette a una startup di minimizzare i rischi finanziari associati allo sviluppo completo
- Feedback rapido degli utenti: un MVP consente di raccogliere feedback dagli utenti in una fase molto iniziale del processo di sviluppo, facendo da guida pratica per l’intero processo di sviluppo
- Adattamento alle esigenze del mercato: un MVP garantisce un approccio agile, flessibile e reattivo ai cambiamenti nelle preferenze degli utenti o nelle dinamiche del mercato.
- Attenzione degli investitori: dimostrare che c’è una domanda effettiva per il prodotto spesso aumenta la fiducia degli investitori e migliora le possibilità di ottenere finanziamenti
- Time-to-Market accelerato: un ingresso del prodotto sul mercato più rapido (rispetto allo sviluppo di un prodotto completo) porta la startup a generare entrate più velocemente, rendendola più competitiva da subito
Il disegno di copertina è di Dean Meyers, mentre i disegni interni sono dell’autrice