Automotive: elettrificazione e guida autonoma sono i traini della transizione ecologica ed energetica in atto. Oggi vediamo come questi fenomeni stanno disegnando la mobilità del futuro e quale scenario si apre per le startup automotive.
Il mondo dell’Automotive è scosso oggi da 2 grandi onde di innovazione: l’elettrificazione e la guida autonoma, traini della transizione ecologica ed energetica in atto. Dicembre 2022: Stellantis completa l’acquisto di aiMotive, startup ungherese attiva in soluzioni avanzate per l’intelligenza artificiale e software di self driving, per investire sulla guida autonoma. I colossi dell’automotive corrono ad accaparrarsi il know how in tema di elettrificazione e guida autonoma.
E anche il mondo delle startup: vediamo come per provare ad essere preparati.
AUTOMOTIVE E LA GUIDA AUTONOMA
Se per la guida completamente autonoma i tempi sembrano ancora lontani, per poter vedere i primi modelli commercialmente disponibili in grado di soddisfare il livello 3 di automazione (i livelli sono in totale 6) dovremo attendere il 2024/2025.
Il livello 3 è infatti il primo step di veicolo identificabile giuridicamente come “veicolo a guida autonoma”, che procede cioè senza l’ausilio del conducente, unicamente grazie ad una combinazione di sensori, telecamere, radar e intelligenza artificiale (AI). Grazie al sofisticato sistema di cui è dotato, un veicolo a guida autonoma provvede al controllo del traffico e del vettore in situazioni e contesti predeterminati e tali da consentire la massima sicurezza, come ad esempio la guida in autostrada.
Per il momento le vetture con i livelli di automazione massimi sono ancora in piena fase sperimentale, anche se esiste un diffuso ottimismo da parte delle case automobilistiche sulla possibilità che da qui a pochi anni le auto di livello 5 possano entrare in commercio.
Il Politecnico di Milano ha vinto la Indy Autonomous Challenge. Si tratta della prima gara internazionale su pista fra autoveicoli a guida autonoma, gestiti da software programmati dagli atenei. La competizione è andata in scena all’interno del Consumer Electronic Show, che si è appena svolto a Las Vegas. Alla competizione erano iscritte le 35 università di tutto il mondo che più stanno lavorando su questo settore. La fase finale ha visto il trionfo del Politecnico di Milano e del suo team PoliMove, che ha sconfitto grandi realtà americane come il prestigioso Mit di Boston.
AUTOMOTIVE E L’ELETTRIFICAZIONE DEI VEICOLI
L’elettrificazione dei veicoli, invece, procede a passi veloci, tanto è vero che l’Europa, seppur in maniera controversa, ha decretato lo stop alla produzione di motori termici entro il 2035.
Il veicolo elettrico è relativamente più semplice di un veicolo convenzionale, con meno ingombri per il motore endotermico e il suo sistema di raffreddamento, e meglio si presta alla creazione di vere e proprie piattaforme sulle quali il cliente finale può decidere non solo gli “optional” del modello, ma spesso la competa realizzazione del suo allestimento. Uno stesso telaio può avere uno, due o tre motori elettrici, e quindi livelli di potenza e di trazione – singola o integrale – che cambiano radicalmente il modello e il suo utilizzo.
Piccoli costruttori stanno già reinventando il Pick Up in chiave elettrica, altri si stanno proponendo nel segmento Luxury ma con velocità e handling da super sportive, fino al SAV con pannelli solari sul tetto e utilizzo di materiali riciclabili, altri ancora stanno sviluppando dei veri e propri veicoli MPV (Multi Pourpose Vehicles) che sono costruiti sulle esigenze di servizio e di missione del cliente (fino addirittura alla missione super specializzata di trasporto degli astronauti della NASA alle rampe di lancio).
LE STARTUP ALLE PRESE CON ELETTRIFICAZIONE E GUIDA AUTONOMA
E’ in questo scenario di rivoluzione e continua evoluzione che anche aziende piccole – startup e PMI innovative – in possesso delle tecnologie necessarie e rilevanti per il settore dell’Automotive, possono avere accesso ad un mondo che fino ad oggi consideravano inavvicinabile e dominato solo dalle grandi case automobilistiche.
La filiera dei fornitori è immensa ed in molti casi ancora in allestimento (non esistono ad oggi le strutture per la produzione delle batterie di tutti i veicoli elettrici che si stimano necessarie nei prossimi anni), la tecnologia è nuova, le competenze non sono consolidate, le logiche sono radicalmente diverse.
Attorno ad ogni costruttore, devono ancora completarsi filiere di supporto alla concezione, allo sviluppo e alla produzione, e attorno all’insieme del mondo del veicolo elettrico sono necessarie le infrastrutture per la gestione delle ricariche, le reti tecnologiche per il service, i software delle interfacce, della gestione delle batterie, del controllo dell’elettronica di bordo, ma anche la tecnologia 3D printing, l’automazione delle linee di produzione, i servizi di logistica integrata, e perfino sistemi di 3D painting, tecnologie della plastica, sviluppo di tessuti innovativi.
IL MERCATO STATUNITENSE
Negli USA, mercato di riferimento principale del settore Automotive, tutto questo ha già creato un effetto evidente sul mercato: ogni Stato americano è alla ricerca di soluzioni per sostenere la mobilità urbana e sub urbana, generando una enorme opportunità per molti piccoli costruttori e produttori.
Molto negli anni è stato “appaltato” in quelli che si definivano “low cost countries”, ma le difficoltà logistiche post pandemia e le tensioni internazionali rendono oggi il modello estremamente debole (la merce non arriva a tempo), estremamente precario (la merce è scarsa e i tempi di lavoro sono incerti), e spesso estremamente caro (la merce ha un costo molto elevato anche per le difficolta della logistica).
Il modello di sviluppo odierno è quello di regionalizzare le filiere e ognuno degli Stati “automotive” in USA (West Virginia, Ohio, Illinois, Indiana) ha oggi una politica molto favorevole e adatta ad attirare investimenti stranieri.
IL MERCATO ITALIANO
Il tessuto produttivo italiano, d’altro canto, in questo momento storico è ideale in questo contesto e fortemente richiesto: realtà medio piccole, innovative, flessibili e con capacità di pensare “out of the box” non hanno eguali in Europa e non trovano modelli simili negli Stati Uniti.
Quindi attenzione a saper cogliere questa colossale opportunità!
Il momento è adesso: da una parte un mondo Automotive in profonda riorganizzazione con logiche totalmente differenti e con una fortissima domanda, dall’altra parte un tessuto produttivo del nostro Paese gravido di innovazione e tecnologie in questo settore, grazie anche alla spinta del PNRR in materia di green transition. Il tutto condito con un quadro normativo e finanziario d’oltre oceano accogliente per chiunque abbia voglia investire: pacchetti di incentivi, garanzie pubbliche sul finanziamento, tax credit e supporto alla formazione sono elementi comuni. Laddove si possano costituire “cluster” di aziende o raggruppamenti, gli incentivi possono essere ulteriormente personalizzati.
COME AGIRE ORA
Ma attenzione, andare negli Stati Uniti è semplice, ma non facile! Gli americani sono lineari nell’approccio ma inflessibili nella sua applicazione e spesso la mancanza di preparazione e di risorse adeguate è per noi italiani l’ostacolo principale.
E’ necessario impostare un buon percorso di internazionalizzazione, con player strutturati come IA International Advisors per andare dalla prima fase di esplorazione e di analisi delle opportunità, alla individuazione del sito migliore per l’insediamento, al rapporto con gli enti governativi e la gestione della documentazione necessaria, fino agli aspetti più operativi della gestione e costruzione del progetto, la ricerca del general contractor e delle utilities e, se necessario, nello sviluppo del business e delle risorse umane.
Avanti tutta allora, perché come diceva il grande Enzo “la migliore Ferrari che sia mai stata costruita è la prossima!”